Una pausa nel Mare del Nord con Vasco Da Gama


La Vasco Da Gama di Nicko Cruises è l’unica nave da crociera oceanica della compagnia. Tuttavia, può contare su un pubblico affezionato ed è ormai una presenza consolidata nel mercato tedesco delle crociere.

Si dice che i gatti abbiano nove vite, e la Vasco Da Gama, costruita nel 1992, è già arrivata alla sua quarta. Dopo aver concluso la sua carriera come Statendam per la Holland America Line nel 2015, ha navigato come Pacific Eden per P&O Australia. Nel 2019 è passata a Cruise & Maritime Voyages (CMV) con il nome attuale, ma appena un anno dopo è scomparsa nel vortice della pandemia di COVID-19, insieme alla compagnia che la gestiva. Nel 2021 ha avuto una nuova rinascita, mantenendo il nome Vasco Da Gama ma sotto una nuova bandiera.

Finora solo il nome della nave era portoghese, ma ora ha anche un proprietario portoghese. Mário Ferreira, proprietario del gruppo crocieristico Mystic Cruises, ha acquistato la Vasco Da Gama all’asta nell’ottobre 2020 per 10 milioni di euro, dopo il fallimento di CMV. Ferreira era già coinvolto dal 2015 nel tour operator fluviale tedesco Nicko Cruises e voleva ampliare il business includendo anche le crociere oceaniche. Per questo motivo, nel 2021 la Vasco Da Gama ha iniziato a operare per Nicko Cruises, così come le navi da crociera da spedizione World Explorer (2019) e World Voyager (2021-2023), inizialmente gestite sempre sotto il marchio Nicko Cruises con il motto “Piccole navi, grandi esperienze”. Nel 2024, però, l’ex Statendam è tornata a essere l’unica nave oceanica della compagnia e, nel suo segmento di mercato, si trova a dover affrontare una forte concorrenza non solo con la Hamburg di Plantours, ma anche con l’intera flotta di Phoenix Reisen. Cosa può dunque aspettarsi un crocierista dalla Vasco Da Gama?

Bremerhaven

Il 1° agosto 2024, la Vasco Da Gama era ormeggiata al molo Columbus di Bremerhaven, il porto di partenza e arrivo della maggior parte delle crociere che la nave effettua nei mesi estivi nel Nord Europa. Proprio sotto il suo nome, in una posizione forse non del tutto ideale, campeggia il motto “Time to discover”, con cui Nicko Cruises promuove i suoi viaggi. La traduzione letterale in tedesco, “Schöner kann man die Welt nicht bereisen”, suonerebbe molto meno fluida, ma il messaggio è chiaro: la Vasco Da Gama – affettuosamente soprannominata Waschko – non è una nave da festa, bensì una classica nave da crociera, dove il focus è sulle destinazioni visitate piuttosto che sulla nave stessa. La concorrenza, quel giorno, non era lontana: solo pochi metri più a valle del fiume Weser vi era infatti ormeggiata la Deutschland di Phoenix Reisen, anch’essa ben lontana dall’essere una nave per giovani festaioli in cerca di locali notturni galleggianti.

Anche la cabina 4142 a bordo della Vasco Da Gama, una cabina esterna standard con due letti sul ponte 4, non fa concessioni alla generazione Aida. Con il pavimento in moquette blu scuro punteggiato di bianco e i mobili in legno scuro, l’atmosfera risulta subito accogliente. È un ambiente in cui si può trascorrere piacevolmente del tempo, e a volte è persino necessario farlo: una volta all’anno, nel mese di ottobre, la Vasco Da Gama parte infatti per un grande viaggio intorno al mondo della durata di tre mesi. Delle 629 cabine a bordo, oltre la metà (352) sono cabine esterne come questa; 129 sono interne e 148 (pari al 25%) sono cabine con balcone o suite. Questa configurazione riflette il design delle navi da crociera degli anni ’90, un’epoca in cui la tendenza verso le cabine con balcone era già iniziata, ma non si era ancora affermata completamente nella progettazione delle nuove imbarcazioni.

Sul comodino della cabina è stata prevista una lampada da lettura regolabile, mentre il letto e il divano sono arricchiti da morbidi cuscini per un maggiore comfort. Tra i materiali informativi forniti per la crociera, spicca una pratica mappa pieghevole del ponte in formato carta di credito, un dettaglio che spesso manca sulle navi tre volte più grandi – dove invece sarebbe ancora più utile. Qui, invece, l’attenzione ai dettagli è ben curata. Anche Yogi e Wilmer, i miei steward di cabina per questa pausa al largo della costa olandese, hanno lasciato un breve messaggio di benvenuto su un cartoncino.

Un Layout Particolare

Mancano ancora quattro ore alla partenza della nostra “casa sul mare” (come la definisce Nicko Cruises) prevista per le 18:00, il che offre l’occasione perfetta per un primo giro esplorativo della nave. Ciò che salta subito all’occhio è che il layout di questa classe di navi – di cui fanno parte anche la Renaissance (ex Maasdam), la Celestyal Journey (ex Ryndam) e la Aegean Majesty (ex Veendam) – ha una configurazione piuttosto singolare.

Ad esempio, il ponte 7 termina improvvisamente a metà nave in un vicolo cieco, nonostante qui si trovino la reception, l’ufficio escursioni e la galleria fotografica, tutti disposti attorno all’atrio, decorato nei toni del blu, nero e ottone. Il Waterfront Restaurant, situato a poppa sullo stesso ponte (insieme alla relativa scala posteriore), è quindi accessibile solo passando per il ponte 6 o il ponte 8. Sul ponte 8, invece, gli spazi pubblici si trovano su entrambi i lati della nave, una caratteristica che di solito si trova solo su navi da crociera di dimensioni molto maggiori rispetto alla Vasco Da Gama. Per raggiungere i ponti solarium di poppa, è necessario attraversare un corridoio di cabine (sui ponti 9 e 10) oppure passare attraverso il ristorante a buffet Club Bistro sul ponte 11. Infine, per salire dal ponte 11 al ponte 12, l’unica opzione è una stretta scala a chiocciola all’interno di una minuscola tromba delle scale vetrata, dove incrociare qualcuno in discesa è praticamente impossibile.

Una volta abituati a queste stranezze, però, orientarsi a bordo diventa semplice. E poi, come si fa a non affezionarsi alla Vasco Da Gama? Con i suoi ponti in autentico teak, le scalinate in legno che profumano costantemente di lucidante e il magnifico ponte promenade (ponte 6) che gira tutto intorno alla nave, è ormai un classico da manuale. Qui non troverete barriere frangivento alte metri né aree esclusive riservate a passeggeri di una classe superiore con prezzi più alti. La ex Statendam conserva invece i ponti solarium di poppa di un vero Ocean Liner, come solo un cantiere capace di costruire navi come la Raffaello e la Eugenio C avrebbe potuto progettare nel 1992.

Partenza

Quando l’ora della partenza si avvicina, il sole splende su Bremerhaven, la “affascinante città portuale sul Mare del Nord” (come la definisce il programma del giorno). La Vasco Da Gama può così sfoggiare un altro dei suoi punti di forza: l’equipaggio apre il tetto scorrevole sopra la piscina sul Lido Deck, trasformandola di fatto in una seconda piscina all’aperto. (Curiosamente, non è il capitano a decidere se aprire o meno il tetto, ma il barista del Pool Bar. Se l’effetto serra sotto la copertura in vetro diventa troppo intenso per lui e i suoi ospiti, basta una chiamata alla plancia e il problema è risolto.) L’acqua della piscina è riscaldata a 28°C, e anche la piscina esterna può essere riscaldata; insomma, su questa nave nessuno rischia di congelare mentre si gode un bagno rilassante. A sorvegliare la scena tra l’Alfresco Grill e la Cappuccino Bar c’è un’elegante scultura di delfino, anche se le sdraio color turchese – in perfetto stile Phoenix Reisen, il principale concorrente – risultano un po’ fuori contesto a livello estetico.

Non c’è troppo tempo per rilassarsi, però, perché alle 17:00 è in programma l’obbligatoria esercitazione di sicurezza. Subito dopo, entra in scena Adrian Firsov, il capitano rumeno della Vasco Da Gama. Puntuale al minuto, alle 18:00 fa mollare gli ormeggi al Columbuskaje e dirige la nave oltre la Deutschland e la Aroya (ex World Dream), imboccando il tratto inferiore del fiume Weser. Dopo aver superato le imponenti portacontainer della MSC presso Eurogate, davanti a noi si apre finalmente il Mare del Nord, e con esso tre giorni di puro relax a bordo di una nave che, pur essendo approdata sul mercato tedesco solo da pochi anni, sembra già aver conquistato molti estimatori.

I Ristoranti

Sulla Vasco Da Gama non è più presente il classico modello di cena serale con orario fisso e tavolo assegnato per tutta la durata del viaggio; questo sistema si è progressivamente superato. Al suo posto, i passeggeri hanno la possibilità di scegliere tra quattro ristoranti, tutti con posti a scelta: il Waterfront Restaurant sul ponte 7, situato nella parte posteriore della nave, i ristoranti Fusion e Mediterran che si trovano uno accanto all’altro sul ponte 8, e infine il ristorante a buffet Club Bistro sul ponte 11. A pranzo e a cena, si può mangiare in modo flessibile tra le 12:00 e le 14:30 o tra le 18:00 e le 22:00, scegliendo da diversi menù proposti, mentre nel ristorante a buffet le porzioni vengono servite direttamente sul piatto su richiesta. Le porzioni, in ogni caso, sono piuttosto contenute. Quello che per la compagnia potrebbe significare un risparmio sui costi e ridurre lo spreco di cibo, per qualche passeggero (magari affamato) può tradursi in lunghe code per ottenere una porzione di prova o un secondo giro. Per quanto riguarda l’abbigliamento, anche questo rappresenta un adattamento al moderno spirito delle crociere: sul Nicko-Schiff non è necessario il formale, come invece accade su altre navi. “Sportivo e comodo è la parola d’ordine a bordo”, afferma la compagnia, e anche per la cena è sufficiente un “abbigliamento curato”.

L’unico ristorante a bordo che richiede prenotazione e pagamento supplementare è l’intimo The Grill sul ponte 8, che viene anche frequentemente utilizzato per eventi privati. È proprio qui che il sottoscritto ha il piacere di essere invitato il primo giorno della breve crociera, insieme a un gruppo di giornalisti. Nel menù, spicca un filetto di cervo straordinariamente tenero, che, abbinato a un delizioso (e naturalmente portoghese) vino rosso, lascia davvero senza parole.

I Lounge

Chi vuole iniziare la seconda parte della serata dopo essersi ristorato ha l’imbarazzo della scelta tra diverse lounge e bar, ognuno dei quali è più accogliente dell’altro. Che si tratti dell’“Ocean Bar”, del “Captain’s Club”, della “Sports Lounge” o del “Blue Room” (tutti situati sul ponte 8) oppure del Panorama Bar The Dome, sopra la sala comandi al ponte 12, a bordo della Vasco Da Gama non mancano spazi per ritirarsi e fermarsi a bere qualcosa. Un altro posto altamente consigliato è la sala lettura con le sue gigantesche poltrone a forma di cesto da spiaggia, orientate verso le ampie vetrate panoramiche. Perché cosa c’è di più rilassante che leggere un buon libro mentre si guarda il mare?

Il programma di intrattenimento a bordo è invece più sobrio. Su questa nave sarebbe fuori luogo se le band dal vivo cercassero di superarsi a vicenda in termini di volume, creando un unico “casino musicale” dal quale non ci sarebbe via di scampo. Al contrario, nel Blue Room Alex suona dolci melodie al pianoforte, mentre la band Hitback, composta da due persone, si sposta tra l’Ocean Bar e il Captain’s Club. I pezzi proposti variano tra “Take me home, Country Roads” e “Beyond the Sea”, in modo da non urtare la sensibilità di nessuno. Nel frattempo, il DJ Aurel ha preso posto nel “Dome”, mentre una sand-artist crea opere di pittura su sabbia al ritmo di musiche di Hans Zimmer, proiettando le sue opere sulla grande tela della Hollywood Show Lounge. Quest’ultima può ospitare fino a 500 persone, ma è progettata in modo da garantire una sensazione di vicinanza al pubblico, come ci racconta un entusiasta direttore dell’hotel.

La cosa positiva di tutto questo è che nessuno è costretto a ritirarsi presto, perché domani non ci sono escursioni al mattino presto. Il nostro arrivo ad Amsterdam è stato posticipato alle 13:00 a causa dell’intenso traffico navale nella chiusa e nel canale del Mare del Nord, quindi a bordo non c’è fretta, né questa sera né domani mattina.

Dopo Amsterdam

Anche la colazione relativamente tardiva alle 7:30 del mattino successivo lascia abbastanza tempo per esplorare ulteriori aree della Vasco Da Gama, che altrimenti potrebbero sfuggire. In questo modo si entra inevitabilmente in contatto con il passato della nave come transatlantico della Holland America Line. Ad esempio, tutti i corridoi delle cabine sono decorati con immagini che richiamano temi olandesi: mentre uno mostra vedute storiche di città come Amsterdam e Rotterdam, un ponte più in alto è adornato con fotografie di vecchi velieri, mentre altrove si trovano immagini in bianco e nero di passati transatlantici della Holland America Line. Alla ricerca di tracce del suo passato australiano o britannico, invece, bisogna fare un po’ più di fatica. Davanti alla sala giochi per bambini si trova un vecchio tappeto con il logo di Cruise & Maritime Voyages, ma a parte questo, è soprattutto l’equipaggio che può raccontare com’è lavorare su una nave con un passato tanto variegato, che include esperienze americane, australiane e britanniche. Così, ad esempio, l’adattamento delle prese elettriche a bordo, con i loro diversi standard, è una sfida che, a volte, somiglia più a una fatica di Sisifo…

Alle 9:30, la Vasco Da Gama raggiunge la chiusa di IJmuiden. Nel frattempo, Yogi, il mio steward di cabina, mi ha già salutato nel corridoio chiamandomi con il mio secondo nome e un allegro “Hello Mr. Oliver”. Yogi è uno dei 538 membri dell’equipaggio attualmente a bordo (su un totale massimo di 560), provenienti da 33 nazioni diverse. Di fronte a loro, questa mattina, ci sono 999 passeggeri, quindi la nave non raggiunge la sua capacità massima di 1.260 passeggeri (in doppia occupazione). Anche così, però, il rapporto passeggeri/equipaggio di 2,2 rimane un valore che compagnie come Aida, TUI Cruises e altre possono solo sognare. Questo rende sopportabile anche il fatto che il famoso esperto di crociere Douglas Ward, nel suo libro di riferimento “Cruising and Cruise Ships”, abbia declassato la Vasco Da Gama dalla categoria ***+ a **+ nel 2019, quando la nave è passata da proprietà australiana a britannica. Un segno dei continui ammodernamenti e rinnovamenti che la nave ha subito da allora è il fatto che nella nuova edizione (2025) è tornata a far parte della categoria delle navi a tre stelle, riprendendo così a giocare nella stessa lega di navi come l’AidaDiva o l’Ambience.

Una parola dal Direttore dell’Hotel

Ulteriori informazioni sul funzionamento della Vasco Da Gama ci vengono fornite durante la traversata mattutina del Canale della Manica dal Direttore dell’Hotel Stefan Ohme e dal Responsabile del Ristorante Matthias Dobrzinski, che rispondono volentieri alle domande dei giornalisti a bordo. La Vasco Da Gama, nell’ambito dei suoi viaggi per Nicko Cruises, è ovviamente un prodotto completamente tedesco o di lingua tedesca. Tuttavia, quando lascia Bremerhaven in autunno per intraprendere un viaggio intorno al mondo, il pubblico a bordo diventa più internazionale. I singoli segmenti di questa crociera mondiale, infatti, possono essere prenotati anche separatamente, e in questo caso entra in gioco il proprietario portoghese Mystic Cruises con la sua rete di agenzie e tour operator internazionali. Questo fa sì che, ad esempio, a La Valletta possano salire improvvisamente 200 britannici, con abitudini alla sauna che non hanno nulla in comune con quelle del pubblico tedesco (tradizionale) a bordo…

La bandiera portoghese, sotto cui la Vasco Da Gama naviga, garantisce comunque che a bordo vengano rispettati gli standard europei e dell’UE. Inoltre, su una nave portoghese non può mancare una regolare degustazione di vini, e naturalmente vengono imbarcate anche specialità culinarie portoghesi quando la Vasco fa tappa a Porto, Lisbona, Setúbal o Funchal. Anche gli ufficiali di bordo provengono in parte da marinai portoghesi.

Attualmente ci sono 55 bambini a bordo, di cui 22 adolescenti. Tuttavia, non sono il pubblico principale della Vasco Da Gama, motivo per cui non vengono solitamente creati programmi speciali per loro. Ma ciò non è nemmeno necessario, perché i bambini più piccoli trovano già la nave e l’ambiente circostante abbastanza affascinanti, mentre i più grandi sono in grado di intrattenersi da soli e sicuramente non vogliono seguire un programma preconfezionato creato dagli adulti. I passeggeri più rappresentati a bordo della Vasco Da Gama sono quindi i “Best Ager” (over 50), soprattutto nei viaggi da/per Bremerhaven. Più lontano è il viaggio e più complicato è il trasporto, più giovane è in genere il pubblico a bordo. Tuttavia, qualche deambulatore fa ancora parte dell’arredamento abituale della nave, anche in questo viaggio.

Mentre all’esterno, lungo la traversata del canale, scorrono campi e prati da entrambi i lati della nave, l’equipaggio prepara il Lido Deck per il primo (per molti) grande momento della crociera: alle 11 parte il “Frühschoppen auf dem Lido-Deck” (aperitivo sul ponte Lido), a cui ovviamente quasi nessuno su una nave (quasi) tedesca vuole rinunciare. A fare da sottofondo ci sono le immancabili canzoni tedesche, che accompagneranno i passeggeri fino all’arrivo ad Amsterdam, senza alcuna possibilità di fuga. Sapientemente, le conferenze del conferenziere di bordo sono state programmate alle 8:30 e alle 10:00, altrimenti il povero uomo con le sue conoscenze su “canali, luci rosse e case a graticcio” avrebbe avuto vita difficile. Lo stesso vale per il torneo di bocce sul campo sportivo al ponte 12, dove le situazioni controverse vengono risolte con il “misuratore infallibile”, come garantisce il programma di bordo. Insomma, una nave tedesca.

Il Rijksmuseum

Quanto sia cambiata l’industria delle crociere internazionali diventa subito evidente quando la Vasco Da Gama attracca al Passenger Terminal di Amsterdam alle 13:00. In città c’è infatti anche un altro gigantesco cruise liner, e al suo confronto la Vasco Da Gama sembra una nave da escursione di lusso: si tratta della gigantesca Norwegian Prima della Norwegian Cruise Line, messa in servizio nel 2022, che su 20 ponti può ospitare e intrattenere oltre 3.000 passeggeri. Ben tre petroliere sono attualmente ormeggiate accanto a lei, per rifornirla di carburante per il prossimo tratto della crociera, mentre diverse scivoli d’acqua si arrampicano sui suoi ponti, elementi che sulla Vasco Da Gama si cercano invano (e che qui nessuno rimpiange). Tra stupore e incredulità, osserviamo dalla banchina come la nostra “piccola” nave si faccia strada tra la Norwegian Prima e si posizioni con cautela al molo di Veemkade ad Amsterdam.

Nel mio programma (e in quello della stampa) per il pomeriggio c’è una visita al celebre Rijksmuseum, con una gita in battello sui canali fino al museo. Questo è affollato come sempre in una giornata estiva, e la sua enorme varietà di opere d’arte provenienti da circa 900 anni ci colpisce con la sua ricchezza. Distribuita su quattro piani e divisa in otto sezioni, la collezione di questo edificio del tardo XIX secolo è un vero e proprio paradiso per ogni amante dell’arte. Sarebbero necessari diversi giorni per apprezzarla in tutta la sua magnificenza. “La Ronda di notte” di Rembrandt occupa una sala intera, e altre opere di fama mondiale, che qui trovano posto, includono “La serva con il brocca di latte” (Jan Vermeer), “Il bevitore allegro” (Frans Hals), un autoritratto di Vincent van Gogh e molto altro. Due ore al Rijksmuseum sono appena sufficienti per un primo sguardo fugace, che però sicuramente stimola la voglia di tornare per un’esperienza più approfondita.

Una serata al porto

Di ritorno a bordo, la mia strada mi conduce la sera al ristorante Fusion, con il suo arredamento e la decorazione di ispirazione asiatica. Tuttavia, il menù qui non è diverso da quello degli altri ristoranti a bordo, quindi non bisogna lasciarsi ingannare dall’ambiente, con le immagini murali di geishe giapponesi e carrozze cinesi, riguardo alla scelta del menù.

La Norwegian Prima ha già lasciato Amsterdam alle 17:30, quindi la Vasco Da Gama ha il molo tutto per sé la sera. I passeggeri ne approfittano per un continuo via vai, poiché non capita spesso durante una crociera di poter esplorare il porto di destinazione da soli, senza dover guardare costantemente l’orologio. La posizione centrale della nave ad Amsterdam è un vero privilegio, perché in pochi minuti a piedi si può arrivare dalla stazione centrale di Amsterdam, al famoso quartiere a luci rosse della città o alla casa di Rembrandt.

Chi preferisce la tranquillità della Vasco Da Gama al frenetico e colorato via vai delle strade di Amsterdam, troverà comunque a bordo varietà e distrazione. Alle 21:00, il gruppo di intrattenimento della nave invita a una “serata glamour” con lo spettacolo “Hollywood Forever” al teatro, e nell’Ocean Bar la band è cambiata; ora si chiama “Rhythm & Mix”, ma come la band precedente si sposta tra la bar e il Captain’s Club dalle 19:00 a mezzanotte. Anche il Lido Deck, con il suo tetto apribile e le temperature estive, invita a rilassarsi, solo che la piscina è già coperta a tarda sera.

Addio ad Amsterdam

La mattina seguente, un momento speciale richiede misure speciali: già alle 5 suona la mia sveglia, perché oggi la Vasco Da Gama incontra una nave speciale. È la Nieuw Statendam, che alle 6 occuperà il posto davanti a noi al molo, praticamente la succeditrice della nostra vecchia Statendam. Dopo 23 anni nella flotta della Holland America Line, l’attuale Vasco Da Gama nel 2015 dovette fare spazio a una nuova nave più grande e uscire dalla flotta HAL. Puntualmente, un rimorchiatore accompagna il colosso da crociera costruito nel 2018 (99.000 tonnellate di stazza, 300 metri di lunghezza) al molo, ma a bordo della “piccola” Statendam se ne accorge a malapena qualcuno, a parte me.

Anche all’ora della colazione (oggi già alle 7) c’è ancora calma a bordo, quindi non è un problema trovare un bel posto al finestrino nel ristorante a buffet “Club Bistro” sul ponte 11. Deliziosi sono il pane e i panini – si nota subito che la Vasco Da Gama ha una piccola panetteria al piano inferiore della nave. Molti passeggeri sfruttano la mattinata per una seconda (o terza) escursione a terra ad Amsterdam; oggi c’è tutto il tempo per una visita a un museo o una passeggiata in città prima della partenza. Anche io vado all’aria aperta e sfrutto le ore mattutine per un breve tragitto con il traghetto IJ fino all’altra sponda della città, a Ijplein. Qui il mondo sembra completamente diverso. Invece di folle di turisti, autobus per il giro della città e venditori ambulanti, ci sono orti urbani, gelaterie e barche a vela. Magnifico. Anche la vista della vecchia e nuova Statendam fianco a fianco è impressionante, e il sole estivo rende ancora più difficile dire addio ad Amsterdam a mezzogiorno. Dopo 24 ore nella capitale olandese, la Vasco Da Gama salpa di nuovo alle 13 e intraprende il viaggio di ritorno attraverso la passaggio di due ore nel Canale del Mare del Nord fino a IJmuiden. Due ore di tranquillità e serenità nel mezzo della pianura olandese, prima che, dopo la chiusura della diga alle 15, ci riprendano le onde tempestose del Mare del Nord.

Dietro le quinte

Quando il pilota lascia la nave mezz’ora più tardi, l’equipaggio ha tempo per una visita guidata dietro le quinte della Vasco Da Gama. Iniziamo con il regno del capo cuoco rumeno Casius Ichim: la cucina impeccabile, dove un display a muro mostra in tempo reale quali ordini del menu sono stati presi dai camerieri nei ristoranti su un ponte superiore, e in che quantità, direttamente sui loro tablet. Qui si trova anche la famosa scala mobile, sulla quale i camerieri trasportano i loro vassoi carichi fino ai tavoli del ristorante.

Si prosegue poi nei magazzini, pieni fino al soffitto, dove ogni centimetro di spazio conta, come ci spiegano i membri dell’equipaggio responsabili. Le equipaggi delle piccole navi da crociera da spedizione della compagnia vedono le cose un po’ diversamente, convinti che la grande Vasco Da Gama possa sempre accogliere merce in eccesso o cederne parte della propria, qualora dovesse incontrare navi come la World Explorer & Co. in un porto. Tuttavia, come ci racconta il manager F&B, in ogni caso tutto è rigorosamente contatto, tanto che anche le salse a bordo sono fatte con ingredienti freschi, poiché non c’è spazio sufficiente per prodotti già pronti in scatola.

Dalla zona dei freschi si passa a un vero shock termico quando entriamo nel reparto lavanderia. Mentre nella prima zona la temperatura è di -20°C, nella lavanderia la temperatura dell’ambiente è di +40°C. In entrambi i casi, lavorare non deve essere affatto facile, nonostante l’abbigliamento adeguato – difficoltà di cui i passeggeri, nei comodi ambienti pubblici e climatizzati ai piani superiori della nave, non hanno alcuna idea.

Alla fine del tour, si arriva al santuario di ogni nave: il ponte di comando. Situato sul ponte 10, qui ci accoglie un capitano Firsov di ottimo umore. “Un capitano non dorme mai, si riposa solo”, ci dice con tono gioviale, e risponde immediatamente alla sua stessa domanda su quale sia la macchina più importante a bordo: ovviamente la macchina del caffè. Inoltre, ciò che colpisce sulle pareti del ponte sono soprattutto le numerose placche dei porti, che superano di gran lunga il numero di quelle già esposte nei corridoi del ponte 8. Tra il contenitore delle bandiere, le mappe generali e i display antincendio, sono soprattutto i ricordi dell’epoca australiana della nave come Pacific Eden a testimoniare che la Vasco Da Gama è una vera viaggiatrice del mondo. Anche la campana originale della nave ha un posto d’onore sulla sala di comando. Secondo la superstizione dei vecchi marinai, è di cattivo auspicio manomettere o portare via la campana originale di una nave, quindi sulla campana lucidata in modo impeccabile c’è ancora scritto “Statendam 1992”, un pezzo di artigianato italiano di grande valore.

Inoltre, il capitano Firsov racconta con orgoglio delle varie strutture di trattamento a bordo che contribuiscono alla protezione dell’ambiente, così che tutto, alla fine, ritorni al suo punto di partenza. Questo vale per l’acqua di mare che viene purificata per diventare acqua potabile e, dopo il suo utilizzo, viene trattata e restituita al mare, così come per gli scarti alimentari che vengono pressati, essiccati e, ad esempio, trasformati in mangimi per pesci o per l’agricoltura, rientrando così nel ciclo. Infine, per il 2025, è previsto anche l’installazione di tecnologie a bordo per utilizzare l’energia elettrica da terra nei porti, riducendo così le emissioni provenienti dalla nave.

Ritorno a Bremerhaven

La sera, la direttrice delle crociere Ann-Christin Eichel presenta nel teatro di bordo agli ospiti gli ufficiali superiori e i “Department Heads” della nave, un evento che ormai non è più scontato, soprattutto in un viaggio così breve come questo. Segue lo spettacolo “Rock on”, con classici della storia del rock, che risulta molto divertente, anche se la musica purtroppo non è dal vivo, ma registrata.

Per la cena, oggi per cambiare si va al Waterfront Restaurant sul ponte 7, dove c’è, anche questo un’usanza che sta scomparendo, un grande tavolo per i viaggiatori solitari. Perché questo comporta alcune difficoltà, lo capisco abbastanza presto, poiché mentre una metà dei viaggiatori solitari riuniti qui si trova benissimo e si diverte con piacevoli conversazioni e conoscenze, tra i piatti accompagnati da un delizioso vino casalingo portoghese, l’altra metà mastica silenziosamente, sperando probabilmente di finire il pasto il più velocemente possibile.

Altrove a bordo, però, non c’è traccia di tali convenzioni sociali. La Vasco Da Gama è una nave informale, dove è facile entrare in contatto con gli altri passeggeri, se si desidera, ma si può anche godere di un’ora o due di tranquillità, ritirandosi in un bar o in una lounge. Infatti, la nave riesce in modo impressionante a conciliare la classica crociera con offerte a bordo che altrove sono ormai state eliminate o sono disponibili solo a pagamento, con un prodotto di viaggio marittimo moderno e accessibile, che risponde ai desideri e alle aspettative dei crocieristi di oggi, che però non si sentirebbero a loro agio su un grande cruise liner con tre o quattromila passeggeri. Una rappresentante di questa generazione è la Mein Schiff 4, ormeggiata alla Columbuskaje di Bremerhaven, quando la Vasco Da Gama ritorna anch’essa lì, nel quarto e ultimo giorno del suo “periodo di pausa sulla costa dei Paesi Bassi”. Ha percorso 381 miglia nautiche dal giovedì precedente, che non sono niente rispetto alle oltre 30.000 miglia che la nave percorre durante le sue crociere intorno al mondo. Ma questa breve crociera sulla simpatica nave della Nicko-Cruises ha sicuramente suscitato la voglia di provarne ancora.

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Kai Ortel

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