Luciano Bernacchi: Expedition Leader di Seabourn


La nostra intervista esclusiva a Luciano Bernacchi, Expedition Leader a bordo di Seabourn Venture, recentemente battezzata in Antartide.

Su una nave da spedizione come la Seabourn Venture, la figura dell’Expedition Leader ha un ruolo chiave, fra i principali a bordo per far sì che gli ospiti possano vivere un’esperienza unica ed indimenticabile. Va da sé che non sia possibile improvvisarla, e che siano richieste capacità, buona organizzazione e soprattutto esperienza. Qualità che sicuramente non mancano a Luciano Bernacchi, che ha contribuito alla nascita della Seabourn Venture già in cantiere, conducendo le prime esplorazioni al Nord Europa e in Groenlandia e che si accinge ad iniziare la prima stagione antartica per la nuova nave “expedition” di Seabourn Cruise Line.

Nato in Argentina, Luciano ci accoglie a bordo con estrema disponibilità, pronto a svelarci tutte le caratteristiche della nuova classe di navi per la compagnia. Ma ci racconta anche della sua lunga esperienza e delle sue doti da “esploratore” sviluppate sin da piccolo in Patagonia.

Luciano, anzitutto due parole su di te. Cosa ti ha portato sulle navi da crociera e da dove origina la tua dedizione alle destinazioni estreme?

Beh, non è stato difficile per me, in quanto sono prima di tutto un appassionato. Appassionato di ghiacci, di regioni polari e degli animali che popolano queste regioni. Partendo da una passione anche il lavoro diventa più semplice. Ho avuto molte esperienze a terra prima di partire sulle navi. Sono maestro di sci e ho lavorato per la sicurezza sulla neve e soccorsi sulle montagne. Sono stato “Birding Guide” per l’Argentina’s National Ornithological Society, ma anche istruttore di arrampicata su roccia e su ghiaccio.

Un vero uomo dei ghiacci! Sarà anche passione ma indubbiamente adesso è una vera professione allora. E cosa ti ha avvicinato al mare?

Sono anche figlio di una famiglia legata al mare. Questo mi ha portato ad essere una Argentina’s Coast Guard e ho ottenuto le abilitazioni per condurre imbarcazioni e piccole navi. Sono nato e cresciuto in Patagonia e l’esperienza in queste regioni mi ha portato ad offrire servizi anche per le navi da crociera.

Un percorso che sembra naturale, dunque, che ha sempre avuto a che fare con la natura e quanto hai vissuto sin da bambino, ma con un grande percorso professionale. E per quanto riguarda il tuo arrivo a Seabourn?

Ho avuto esperienze anche su altre compagnie di crociera ma da ormai 15 anni collaboro con Seabourn Cruise Line. La compagnia da anni offre crociere in Nord Europa e in Antartide anche se sinora venivano offerte su navi senza particolari caratteristiche polari.

Esperienza che ti ha portato anche in cantiere, a Genova, giusto? Le tue conoscenze sono state importanti nell’allestimento della Seabourn Venture, che offrirà un vero e proprio upgrade nell’esperienza Expedition di Seabourn.

Si, ho passato alcune settimane in cantiere per seguire gli aspetti legati alla logistica delle spedizioni e alle complesse operazioni che saranno necessarie per condurre gli sbarchi e le escursioni. Il risultato si vedrà sul campo e saranno necessari aggiornamenti costanti, ma abbiamo veramente a disposizione una nave fantastica che offrirà nuovi itinerari ed esperienze fuori da comune.

Mi hai detto di aver già seguito stagioni antartiche con Seabourn. Quali sono le novità effettive di questa nave? Cosa ha di innovativo, al di là della bellezza che tutti noi vediamo immediatamente?

Seabourn Venture è stata studiata appositamente per consentire l’accesso a zone estreme, con una classe polare elevata che ci consente di dirigersi con maggiore facilità anche a sud del circolo polare antartico. Ha una serie di caratteristiche che, anche a bordo, ci permettono di organizzare al meglio le esplorazioni, con un team interamente dedicato alla divulgazione di informazioni importanti per i passeggeri. Geologi, ornitologi, scienziati: e non dimentichiamo di avere a bordo una serie di Zodiac per sbarcare agevolmente nei luoghi prescelti, nonché dei kayak e due sottomarini di ultima generazione per esperienze veramente uniche.

Veniamo al cuore della stagione antartica. Cosa avete programmato per la Seabourn Venture? E, soprattutto, qual è il tuo compito in tutto questo?

Partiamo come anticipato da una certa esperienza, ma gli itinerari in Antartide sono qualcosa di molto mobile e soggetti a continuo cambiamento. Ogni singolo luogo può essere visitato da una sola nave alla volta, e siamo quindi in stretto contatto anche con le altre compagnie. E tutto può cambiare da un momento all’altro in base al clima, al mare e ad altri fattori che non dipendono dalla nostra volontà. Bisogna essere pronti a modificare tutto in pochi minuti.

Un impegno ancora maggiore, dunque, che non si esaurisce con una programmazione che, per quanto elaborata, possa essere conclusa in anticipo.

Decisamente. Ogni giorno arriviamo presto in rada ed io assieme agli ufficiali sbarco per constatare le condizioni metereologiche e la possibilità di utilizzare gli Zodiac. Se tutto è a posto iniziamo ad organizzare gli sbarchi dei passeggeri, seguendo dei gruppi numerati e assistendo che tutto sia perfettamente rispettato. Dall’uso degli equipaggiamenti di bordo a tutti gli standard di sicurezza.

Immagino che non sia semplice anche gestire i passeggeri nell’ambito di una certa incertezza di itinerario?

Sembrerebbe ma in realtà non è così. Gli ospiti di una crociera di spedizione, e soprattutto in Antartide, sono a conoscenza delle difficoltà che si possono incontrare e sono a bordo per vivere soprattutto un’esperienza. Un’esperienza che deve sempre essere basata sulla massima sicurezza. Se si sentono in buone mani sono pronti a comprendere e sanno che faremo di tutto per rendere la loro crociera indimenticabile.

Chi sono i passeggeri per l’Antartide? Che itinerari offrirete?

Abbiamo anche repeaters. L’Antartide non è sempre uguale, a differenza del periodo in cui lo si visita. A novembre o a marzo, ad esempio, ci sono luci diverse, giornate più o meno lunghe, e soprattutto animali diversi o in differenti fasi della loro vita. C’è sempre qualcosa di nuovo da conoscere e da approfondire. Abbiamo ospiti che tornano ed ospiti che vivono l’esperienza per poi tornare ai loro itinerari più “caldi” a bordo della flotta. Ma l’Antartide è anche un’esperienza unica, un “must” da fare una volta nella vita.

Grazie Luciano, credo che la tua esperienza sia davvero preziosa per lanciare una nuova nave ed un nuovo genere di crociere, anche all’interno di un brand che è presente nel segmento expedition già da tempo. Ti auguro una splendida stagione antartica e spero di rincontrarci presto in qualche posto “fuori dal mondo”!

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Gabriele Bassi

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